Oltre il Giardino
Riqualificazione giardino di Palazzo Fabroni
Oltre il Giardino
Riqualificazione giardino di Palazzo Fabroni
Oltre il giardino: L’Arte invade la città
Gli spazi aperti del settecentesco Palazzo Fabroni sono concepiti come cerniera di connessione tra il museo e la città. Il giardino, pur dovendo garantire la sua delimitazione, è pensato in continuità con il sistema di aree a verde della zona settentrionale di Pistoia, a partire dal Giardino Volante –inaugurato pochi mesi fa, con giochi per bambini progettati da artisti di arte contemporanea – dall’area a verde del Ceppo, con il padiglione di emodialisi, anch’esso caratterizzato da opere di arte contemporanea, passando per il giardino del Carbonile e la piazza del Carmine.
Team:
arch. Nicola Sutto
arch. Elena Antoniolli
Tipo:
Concorso di idee in unico grado
Risultato:
Secondo posto
Oltre il giardino
Un giardino come luogo espositivo che rende l’arte pubblica, grazie al possibile inserimento di sculture e installazioni site specific, che superano la dimensione museale e concorrono alla definizione del carattere del luogo nel quale si inseriscono, instaurando un dialogo con l’architettura e il contesto storico. Un luogo privilegiato per connotare fin dall’esterno Palazzo Fabroni come museo dedicato all’arte moderna e contemporanea. Un giardino aperto, pensato come estensione del museo, che oltrepassa le recinzioni dell’area e il muro che dilimita il giardino del Carbonile, affidando ad un percorso l’idea di attraversamento del limite, in modo da metter in comunicazione i due giardini, come ideale prosecuzione di un potenziale percorso di visita. Il percorso espositivo si compone di nuovi segni dichiaratemene contemporanei, che, come la natura modellata e domata del giardino settecentesco, incidono nuovi percorsi, facendo riemergere quelli antichi. Sono segni forti come quelli che pratica Michael Heizer alla scala del paesaggio con Double negative1; segni che potrebbero estendersi oltre il giardino e invadere idealmente la città, mettendo in relazione i maggiori monumenti storico-artistici della città.
Palinsesto di tracce: l’arte di accorgersi Come risulta dal Piano per la Città Storica, lo spazio è censito come “giardino storico da ripristinare” per il quale, è previsto: “(..) il ripristino, secondo il disegno che si ricava dal catasto leopoldino e dalle cartografie storiche”. Il progetto di suolo, quindi, è il punto di partenza per ripensare le tracce storiche in chiave contemporanea. Lo spessore temporale del luogo è riletto e interpretato, attraverso una narrazione inventiva, fondata su una trama di percorsi e relazioni che si manifesta per mezzo della tessitura delle pavimentazioni di giorno e con l'uso della luce di notte. Dal punto di vista formale, la disposizione spaziale del giardino risponde alle necessità programmatiche di dotare lo spazio esterno di grande forza visiva e al contempo di “raccogliere le tracce di un passato illustre preservandone lo spirito”, e di garantire l’accesso pedonale da via Santa all’ufficio Anagrafe. Il disegno dei percorsi, infatti, è studiato sia in base agli accessi al museo, sia agli accessi degli uffici comunali.Il grande vuoto centrale è inciso da una serie di linee pavimentate che ne garantiscono la parcorribilità anche in caso di pioggi. Le aree che si vengono a creare tra i percorsi, sono dei punti in cui smarrirsi, e scoprire le possibili opere d’arte che potrebbero essere esposte in occasione di mostre temporanee. I percorsi attraversano le due grandi superfici vegetali, memoria dei parterre del giardino all’italiana, per sottolineare scorci, nuove visuali e profondità di campo che arricchiscono l’esperienza del luogo.